La madre ha affidato la sua denuncia a un video di 17 minuti pubblicato su You Tube. E non solo: si è anche rivolta alla procura per fare chiarezza sulla situazione di suo figlio di 8 anni che frequenta le scuole elementari Carducci di Formigine, in provincia di Modena, ha pubblicato su YouTube. Il piccolo, spiega la madre, è vittima di bullismo e la scuola non ha risolto il problema nonostante siano due anni che la situazione va avanti. Da quando cioè, la famiglia, italo-americana, si è trasferita in Emilia.
Dopo la prima settimana di frequenza compaiono già i problemi: il ragazzino torna a casa con numerosi lividi sul corpo. “Ci dissero che c’erano un paio di ragazzini problematici”. Gli insegnanti in qualche modo chiedono comprensione per il comportamento dei piccoli perché “vengono da una classe sociale bassa”. Gli stessi docenti comunque assicurano una più attenta sorveglianza. “Ma questo non è avvenuto – attacca la madre -. Non hanno vigilato”.
La signora parla anche di un incontro con tutti i genitori dopo che alcuni ragazzini si erano toccati le parte intime in classe. In quell’occasione gli insegnanti minimizzano: “Non è successo niente di importante, non ci sono problemi”, è il messaggio che viene percepito dalla famiglia.
Il bambino però continua a tornare a casa pieno di lividi e riferisce di essere stato preso di mira da una banda di cinque bulli: un capo più quattro fedelissimi. Per due anni viene bullizzato. Insultato, deriso, menato, tormentato. Al punto che non vuole più andare a scuola. Anche le conseguenze sulla vita quotidiana non sono certo piacevoli con sbalzi di umore e problemi di insonnia. Il piccolo arriva al punto che vuole imparare mosse di autodifesa per fare fronte alle aggressioni dei bulli. Il bambino, che viene seguito da una psicologa, ha un ottimo profitto ma non riesce a concludere i compiti in classe perché secondo lui c’è troppa confusione. “E’ come un circo”, dice sempre ai genitori. La madre insiste nelle sue accuse: “Gli insegnanti non hanno controllo sui bambini”.
La madre accusa gli insegnanti di “proteggersi a vicenda” e manda una mail di protesta che viene letta in classe con il piccolo che conferma tutte le accuse proprio davanti al suo aguzzino. Nell’occasione un docente suggerisce alla piccola vittima: “Se non ti piace questa classe, puoi cambiarla”. La madre rincara la dose: “Mio figlio si è sentito umiliato. Lo hanno ridicolizzato di fronte agli altri ma non vuole cambiare classe”.
All’inizio di quest’anno scolastico il piccolo torna a casa con una ferita a una caviglia che lo costringe al gesso e alla sedia a rotelle. L’incidente sarebbe occorso durante la ricreazione ma le dinamiche, secondo la famiglia, non sono chiare. Per questo, dopo avere avuto risposte, a loro dire, poco soddisfacenti, i genitori del bimbo si rivolgono ad un avvocato esponendogli l’intera vicenda. Successivamente viene preso un appuntamento col preside al quale si presenta anche il legale (ma non gli insegnanti): il dirigente scolastico non gradisce e si mostra irritato per la scelta. A quel punto la famiglia decide di proseguire per le vie legali e presenta un esposto in procura.
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