Influenza, picco di ricoveri tra i bambini e gli ospedali riorganizzano gli spazi

Al Maggiore di Bologna 34 bimbi in ospedale in una mattinata. L’80% colpito da bronchioliti

BOLOGNA – L’influenza australiana si fa sentire tra i bambini e gli ospedali sono costretti a riorganizzare gli spazi di accoglienza. Il Maggiore di Bologna per rispondere rapidamente al picco di ricoveri pediatrici ha riorganizzato Pediatria e in meno di 24 ore sono stati aumentati di 20 i posti letto disponibili per i bambini. Nella mattinata del 14 dicembre l’ospedale bolognese ha registrato il record di ricoveri nella fascia 0-5 anni:  34 bambini ricoverati, l’80% colpito da bronchioliti e il 20% da influenza e polmoniti, infezioni che coinvolgono soprattutto i lattanti sotto l’anno di vita.

Come spiega l’Ausl bolognese, per far fronte a questi numeri, sono state trasformate in stanze di degenza per i piccoli pazienti la sala giochi, la medicazione, il lactarium e uno studio medico, passando così da 14 a 34 letti. “La riorganizzazione, consentita anche grazie alla stretta collaborazione con la Terapia intensiva neonatale – si sottolinea – non ha impedito in alcun modo la prosecuzione delle normali attività ambulatoriali, nonché la costante attività di accoglienza del Pronto soccorso pediatrico dell’Ospedale Maggiore”.

L’allarme è del resto diffuso in tutta Europa. Il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) avverte che in Europa i dati registrati mostrano “un alto rischio” per i sistemi sanitari di finire sotto “pressioni severe”, proprio a causa del sovrapporsi di diverse infezioni: influenza stagionale, Rsv e conseguenti bronchioliti e polmoniti, Covid-19

Le raccomandazioni dei pediatri sull’influenza australiana

Dai pediatri SIP, Società Italiana di Pediatria, nei giorni scorsi era arrivato un appello rivolto ai genitori: vaccinare i bimbi contro l’influenza australiana, un’arma efficace e sicura per proteggere i più piccoli nei confronti dei virus influenzali per i quali si prevede la maggiore circolazione. “Se non lo si è fatto ancora-spiega la Presidente della Società italiana di Pediatria, Annamaria Staiano – non si perda tempo: questo è il momento giusto per vaccinare il proprio bimbo, anche se senza patologie croniche o fragilità. Ricordiamo che la vaccinazione è particolarmente raccomandata per tutti i bambini di età compresa tra 6 mesi e 6 anni, e per tutti i soggetti di ogni età con patologie croniche che aumentano il rischio di complicanze in corso di influenza. Servono circa 15 giorni per garantire un’adeguata protezione generata dal vaccino”.

 

La società ha inoltre diffuso un vademecum con alcune risposte che possono essere utili ai genitori. Eccole: 

  • Come si manifesta l’influenza australiana?
    L’influenza si manifesta solitamente con febbre, brividi, cefalea, dolori muscolari, inappetenza e sintomi respiratori come tosse, mal di gola, congestione nasale. Nei lattanti si osservano invece vomito e diarrea. È importante, però, consultare il proprio Pediatra di fiducia in presenza di sintomi per escludere altre malattie che possono esordire con sintomi simili.
  • Quanti giorni dura l’influenza?
    Il periodo d’incubazione del virus è di solito di 1-5 giorni. La durata della malattia è variabile da bambino a bambino, ma generalmente è di 5-10 giorni con risoluzione spontanea nella maggior parte dei casi.
  • Quali sono le possibili complicanze?
    L’influenza può causare serie complicanze come polmonite e miocardite, più frequenti nei soggetti con particolari fattori di rischio (quali malattie croniche cardiache, polmonari, neurologiche, renali, epatiche, immunodepressione). E’ opportuna una rapida valutazione se il bambino presenta comorbilità, se molto piccolo, se sta molto male, se rifiuta di mangiare e bere.
  • Il bambino con influenza deve rimanere a casa?
    Il bambino con l’influenza deve rimanere a casa finché non è totalmente guarito, sia per ottenere una ripresa ottimale ed evitare ricadute ma anche per non contagiare i compagni di classe. Non basta l’assenza di febbre per definire il bambino guarito: occorre valutare se vi è ancora malessere generale o tosse insistente. In sostanza, non bisogna avere fretta e occorre consultare sempre il Pediatra in caso di dubbi.
  • Per curare l’influenza è necessaria la terapia antibiotica?
    Tenere il proprio bambino a casa, idratarlo e confortarlo sono le tre regole base che favoriscono la guarigione. L’antibiotico non serve per curare l’influenza ma per trattare eventuali sovrainfezioni batteriche. Va quindi somministrato solo in alcuni casi, su indicazione del Pediatra. Mentre per alleviare i sintomi del bambino, può essere utile la somministrazione di paracetamolo o ibuprofene in caso di febbre e/o cefalea, lavaggi nasali in caso di raffreddore.
  • Vaccino iniettivo o spray: che differenza c’è?
    Il vaccino tradizionale è un quadrivalente che contiene virus inattivati (cioè uccisi e frammentati), somministrato per via intramuscolare. Il vaccino con spray intranasale è un vaccino sempre quadrivalente, ma vivo attenuato. Contiene microrganismi vivi ma attenuati e resi innocui. Entrambi i vaccini sono efficaci e sicuri. L’indicazione su quale prodotto usare, se sotto forma di spray o di puntura, oltre che in base all’età (il vaccino spray è indicato nella fascia 2-6 anni) e alla disponibilità delle dosi, dipende dalla decisione del medico.

In questo articolo ci sono 0 commenti

Commenta

g