Educazione sessuale sin dalla materna: “meno abusi nei paesi in cui si insegna precocemente”

“Nozioni sull’anatomia e informazioni riguardo alle malattie sessualmente trasmettibili rischia di essere tutto ciò che viene insegnato oggi nelle scuole”.  Questa la riflessione di Umberto Masiello, dottore in psicologia e vice presidente della Cooperativa Saturno di Ravenna (che si occupa di percorsi personalizzati per persone con problemi di salute mentale), il quale, qualche anno fa, ha fatto degli interventi di educazione alla sessualità e all’affettività col progetto “Sicuramente sesso” nelle classi terze di un istituto superiore di Riccione. “E’ molto diffusa l’idea che le nozioni possano anche modificare e veicolare i comportamenti, ma perché questo avvenga bisogna ragionare e far riflettere i ragazzi sulla loro sessualità”.

“Gli incontri nelle classi erano organizzati non come delle lezioni frontali, ma come dei momenti durante i quali confrontare le proprie credenze ed esperienze. “I miei colleghi, la Dott.ssa Francesca Tarducci ed il Dott. Fabio Ivan di Bari e io  – continua il dottor Masiello – cercavamo di creare delle situazioni giocose e divertenti nelle quali coinvolgere gli studenti, e sono stati proprio gli elementi della partecipazione a diventare gli strumenti comunicativi e di contatto con i ragazzi. Il nostro intento non era quello di dare delle risposte, ma di far crescere la loro curiosità e di indirizzarli poi al Consultorio per avere risposte più adeguate”.

Umberto, Francesca e Fabio sono stati i primi, seduti insieme ai ragazzi, a parlare di sesso e gli studenti si sono rilassati, hanno abbassato le loro difese, perché le chiacchiere sono avvenute in maniera naturale, andando anche a sfatare alcuni tabù. “Abbiamo fatto capire loro, attraverso giochi e attività, come persino il momento di mettere il preservativo può diventare bello e non essere vissuto come una pausa, se inserito in un contesto ludico e fatto di complicità”.

La maggior parte delle conoscenze precoci sul sesso passano oggi giorno attraverso la fruizione della pornografia. “La pornografia rappresenta uno strumento che dà della sessualità un’idea falsata, meramente descrittiva. La definisce come una performance e veicola messaggi che non corrispondono alla realtà. Il problema che deriva da questa auto-formazione è che oltre a crearsi un’immagine surreale in merito a misure e prestazioni, i ragazzi imparano a separare l’attività sessuale dall’affettività. E’ vero che esiste sesso senza amore e anche amore senza sesso, ma quando questi due elementi si incontrano, lo sposalizio è fantastico”.

Per creare un ponte tra mente e corpo, tra cuore e organi genitali, tra piacere sessuale e amore e soprattutto per far crescere delle persone che vivano al meglio, in pieno rispetto di se stessi e degli altri, la propria sessualità, bisognerebbe cominciare a parlarne sin da quando sono molto piccoli. “Secondo il mio modesto parere, con la mia poca esperienza nelle scuole, ma con la tanta esperienza invece nel mondo della malattia mentale, che non esula dal mondo della sessualità, credo che un’educazione sessuale che comprenda anche quella affettiva debba essere insegnata sin dalle scuole materne, da figure apposite e secondo i criteri più adatti e consoni all’età. Non è casuale infatti che nei paesi in cui l’approccio all’educazione sessuale è più precoce, avvengano un minor numero di violenze e abusi sui minori”.

 

In questo articolo ci sono 0 commenti

Commenta

g