Frotte di auto, di mamme e papà amorevoli ed apprensivi, tutti i giorni davanti alle scuole d’Italia, che intasano strade e piazze, offrendo rifugio caldo e sicuro a bambini e ragazzini in pericolo.
Ecco, proprio “pericolo” è la parola magica che impedisce a ragazzini e ragazzine di 10/12 o 14 anni di andare a scuola da soli; spesso è coniugata con “lontano”, che detta così non è una misura geografica, ma un sentimento e si può applicare a qualsiasi distanza. Ricordo tempi in cui ad 8 anni si andava a scuola da soli in bicicletta anche ad un paio di chilometri, forse sono cambiati i sentimenti. I bambini imparano in un attimo e non sono afflitti da incrostazioni; ricordo che, più di 30 anni fa, a mia figlia non ho mai detto: “non attraversare la strada”, ma: “vieni che ti insegno ad attraversarla”. Ebbene, non è servita una seconda lezione.
Quello che si toglie ai bambini di oggi è la conquista dell’autonomia, cosa che non avviene all’improvviso con una patente o un permesso speciale, ma si dispiega per gradi, assecondando il passare degli anni e lo sviluppo cognitivo e delle abilità. A 5 anni li riteniamo in grado di navigare in internet, ma non di riuscire a tornare a casa da soli ad 8.
Anche il concetto di pericolo andrebbe analizzato; in città avvengono incidenti, ma anche in aereo, sulle autostrade, sulle piste da sci, sull’auto della mamma, eppure li portiamo con noi in vacanza in aereo o sulle affollate autostrade d’estate. Il rischio è ugualmente presente, ma manca l’autonomia del bambino e non si sviluppa una responsabilità verso se stesso ed una coscienza di quello che può capitargli in base alle proprie azioni e/o disattenzioni. Insomma, proviamo e far loro patire un po’ di freddo, a farli camminare ed andare in bicicletta, a far loro conoscere il territorio e l’ambiente che li circonda. Meno auto e più autonomia……contro il proliferare dei “bamboccioni”.
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