Sono veramente incuriosito dalla figura della mamma di Bossetti, il muratore in carcere con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio.
Questa signora, che non deve avere un livello di istruzione alto e sicuramente non ha condotto una vita agiata e ricca di opportunità, ogni volta che viene intervistata ripete calma e sicura che i figli (Massimo Bossetti e la sua gemella diversa) sono stati concepiti con il marito e che questi ne è il padre naturale.
Sicuramente qualcuno le avrà spiegato che la prova del DNA non può sbagliare e che, oltretutto, è stata fatta anche la controprova con il DNA del marito. Inoltre il procedimento che ha portato a suo figlio (in quel momento sconosciuto) è partito dal DNA di un morto che si supponeva avesse avuto rapporti fuori dal matrimonio, da cui sarebbe nato l’assassino di Yara. Per arrivare a ciò si sono messe in campo tutte le più recenti scoperte scientifiche ed i metodi di indagine più complessi, ma la mamma di Bossetti non fa una piega e si limita ad enunciare un assioma: “Massimo è figlio di mio marito”.
Mi sono chiesto come mai questa mamma si ostina a negare una cosa palese e le risposte possono essere solamente due: la prima è che non vuole confessare al marito le sue vicende sessuali e le relative conseguenze, mentre la seconda può essere che, nella sua semplice mente, ritiene così di difendere il proprio figlio dalla prova regina dell’accusa, quella che lo manderebbe dritto all’ergastolo.
Mi piace pensare che sia per questo secondo motivo, capendo anche quale può essere il dolore di una madre alla quale viene buttato addosso, tutto in una volta, il peso di una relazione adulterina nascosta di 40 anni prima, la divulgazione pubblica che la vera paternità di due figli era stata nascosta ad un padre non biologico ed il fatto che uno di questi poteva essersi macchiato di un delitto che, agli occhi di una donna e madre, è il più atroce che si possa commettere. Lei vuole difenderlo dalla legge, ma ancor più vuole difenderlo da se stesso, escludendo anche la minima possibilità ed il minimo dubbio che sia stato lui.
In un mondo in cui nessuno più confessa nulla, e chi confessa è falso (come Michele Misseri per il delitto di Sarah Scazzi), forse la mamma di Bossetti è l’unica per cui un giudizio morale può rimanere sospeso.
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