Insegnare la legalità a scuola: basterebbe partire dal rispetto di regole e divieti

Una ragazzina di 16 anni viene arrestata mentre spacciava droga nei bagni di Marina di Ravenna.

Questa stessa ragazzina, alle medie o alle superiori, era stata sicuramente coinvolta in “giornate della legalità”, convegni sulla legalità, tour dei vari magistrati di grido nelle scuole per lezioni sulla legalità, temi o “lavori creativi” sulla legalità.

Non c’è mai stata in Italia tanta illegalità fra i giovani come da quando li si rimpinza di legalità a buon mercato, di politica della legalità, di legalità che si focalizza su un solo, monocorde, argomento: la lotta antimafia. La legalità invece deve cominciare dalle piccole cose, dalla vita quotidiana. Le nostre città sono imbrattate all’inverosimile, tutte le biciclette vanno controsenso, il 60% dei ragazzi si fa delle canne (ed anche di peggio), molti spacciano, ogni volta che c’è una manifestazione vi sono vetrine rotte ed auto incendiate, bande di ragazzini seviziano e derubano i loro coetanei più deboli, in autobus è un gioco andare senza pagare, le auto in sosta vengono danneggiate di notte, parchi pubblici e cartelli stradali sono disastrati, sui monumenti c’è scritto di tutto, per la strada viene buttato di tutto, mezza Italia va in motorino senza il casco, troppi guidano ubriache ed impasticcati eccetera, eccetera, eccetera. Il ragazzino di oggi vive in un mondo che disprezza le regole, e l’autorità che dovrebbe farle rispettare, cioè la legalità.

scuola studentiLegalità non è Giustizia e nemmeno Morale, ma è il semplice rispetto di regole, leggi, obblighi e divieti. I giovani hanno un innato senso della giustizia ed acquisiscono la loro moralità dalla famiglia e dall’ambiente, ma il rispetto della legalità deve essere appreso con impegno e perseveranza. Cosa possono capire dei ragazzi di 12 o 15 anni quando per parlare di legalità si parte dal fenomeno mafioso, che è un intreccio di economia, commercio illegale, organizzazione criminale, intervento sulle istituzioni, prevaricazione sulla società e sulle famiglie, subcultura di intere popolazioni. Sarebbe come insegnare la matematica ai ragazzi partendo dagli integrali e le derivate. La mafia, per il ragazzino di 12 anni, si riduce ad una roba da “Far West” con i gangsters e gli sceriffi, i buoni ed i cattivi; spesso, a giudicare dall’appeal e dalla simpatia di chi va a parlare a nome dei buoni, si corre anche il rischio che il gradimento dei bambini vada addirittura ai cattivi, come succede nei film western. Ai bambini ed ai ragazzi deve, prima di tutto, essere trasmesso il senso dell’autorità (araba fenice che si è dileguata da decenni) e gli educatori devono ripristinare, ma fatta bene, la vecchia cara educazione civica, che è la regola del vivere civile.

Ai bambini ed ai ragazzi va fatta lezione di legalità partendo dalla loro vita quotidiana, dal loro rapporto con i coetanei, gli adulti e con tutta la società e l’ambiente che li circonda; va spiegata la legalità al loro livello, quella delle loro azioni e comportamenti, a partire dalla bicicletta contromano . E’ fondamentale anche il ruolo della famiglia, ma soprattutto è decisivo che gli educatori ed i “testimonial” siano credibili; non caveremo mai nulla di buono da predicatori invasati che vengono a fare sermoni contro mafia, corruzione, malgoverno e poi, una volta tornati a casa loro, si fanno una bella canna o tirano di coca.

Sono veramente convinto che la vera lotta alla mafia si fa partendo anche dalla bicicletta contromano!

 

Speed

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