Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al divieto di fumo in auto in presenza di minori e donne in gravidanza. Il giro di vite da parte del governo, obbligato a causa di una direttiva Ue sul tabacco, prevede anche che i pacchetti di sigarette riportino immagini choc per dissuadere il consumo: tra foto e testo, le avvertenze sui pericoli mortali del fumo dovranno ricoprire il 65% del pacchetto. Tra queste anche le frasi “il fumo può uccidere il bimbo nel grembo materno” e “il fumo del tabacco contiene oltre 70 sostanze cancerogene”. Tra le altre novità del decreto – che diventerà legge entro Natale – ci sono il divieto di fumo nelle pertinenze esterne degli ospedali e degli Irccs pediatrici, nonché nelle pertinenze esterne dei singoli reparti pediatrici, ginecologici, di ostetricia e neonatologia.
Questo encomiabile provvedimento salutista da parte dell’esecutivo mal si concilia tuttavia con la posa della prima pietra da parte del presidente del Consiglio Matteo Renzi della nuova filiale italiana della multinazionale del tabacco Philip Morris, avvenuta esattamente un anno fa (il 10 ottobre) a Zola Predosa, in provincia di Bologna. Allora il premier parlava con entusiasmo di centinaia di “nuovi posti di lavoro” ma evitava abilmente di menzionare le possibili decine di migliaia di morti causati dalle sigarette e i relativi costi sociali. Evidentemente in dodici mesi certe idee sono andate in fumo. O no?
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