Con continui “atteggiamenti offensivi e minatori umiliava denigrava i propri alunni”. Per questo un’insegnante toscana pochi giorni fa è stata condannata dalla quinta sezione penale della Corte di Cassazione la quale nella sentenza 47543/2015 ha confermato quanto stabilito dai giudici d’Appello di Firenze, dichiarando inammissibile il ricorso presentato da una docente di inglese dichiarata responsabile per abuso di mezzi di correzione e per violenza privata aggravata.
Continue offese e minacce che quindi sono state sanzionate confermando il precedente orientamento della Corte la quale nel 2010 aveva condannato per ingiuria un insegnante che aveva ripreso un alunno con queste parole: “Non sei una persona perbene, sei presuntuoso e ignorante”. Resta, in casi simili, il problema dell’entità della pena. Nel 2008 una maestra d’asilo di Poggibonsi, in provincia di Siena, era stata condannata a sei mesi per abuso di mezzi di correzione: la donna, come aveva rilevato la Cassazione, aveva procurato danni ai bimbi dai tre ai cinque anni di età “maltrattandoli anche fisicamente e cagionando così in loro gravi perturbamenti psichici”. Umiliazioni crudeli punite con una condanna lieve, la sospensione della pena e la non menzione nel casellario giudiziale. E la possibilità di tornare a fare la maestra come se niente fosse.
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta