La Procura: ok ai vaccini ma prima l’esame del sangue sui bimbi

vaccino, dottoreUn documento importante, da tenere in considerazione ogni volta che si ripresenterà l’argomento: la Procura di Trani ha stabilito che non c’è correlazione tra l’autismo e la somministrazione del vaccino pediatrico trivalente non obbligatorio contro morbillo, parotite e rosolia. Tuttavia i magistrati consigliano qualche informazione e qualche cautela preventiva in più prima di sottoporre i bambini ai vaccini, in particolar modo un esame del sangue.

L’indagine contro ignoti per “lesioni colpose gravissime” partita dalla denuncia di una coppia con entrambi i figli (9 e 14 anni) autistici va dunque verso l’archiviazione. Gli esperti del pm Michele Ruggiero tuttavia hanno voluto puntualizzare che già nel 1994 (con la sentenza 258) la Corte costituzionale in generale aveva chiesto di rispettare il cosiddetto “principio di precauzione che dovrebbe essere il pilastro di ogni intervento sanitario“: “E’ necessario – aveva scritto la corte suprema – porre in essere una complessa e articolata normativa di carattere tecnico che individui esami chimico-clinici idonei a prevedere e prevenire possibili complicanze da vaccinazione“. La richiesta cioè era quella di alcuni esami del sangue da fare prima della somministrazione dei vaccini.

Nella pratica questa indicazione è disattesa. La circolare del ministero della Salute del 7 aprile 1999 ha decretato testualmente che “non si prevedono esami chimico-clinici da eseguire prima della somministrazione dei vaccini” mentre l’Organizzazione mondiale della sanità si limita a dire che i vaccini non dovrebbero essere usati “se il paziente ha febbre alta o altri segni di malattia grave”. Le linee guida dell’Oms, prosegue la relazione “sembrerebbero invece finalizzate solo a promuovere le vaccinazioni pediatriche focalizzandosi semplicemente sulla loro utilità nell’evitare quella specifica patologia per cui il vaccino è stato preparato”. Ed ancora: “L’Oms dimentica per esempio di consigliare una attenta e dettagliata raccolta anamnestica delle condizioni fisiologiche e patologiche del bambino, ma anche dei suoi familiari, unitamente ad una valutazione dell’ambiente in cui vive, su come viene alimentato e trattato e sulle caratteristiche psico-comportamentali dei genitori. A ciò si associa la frequente disattenzione sulle condizioni del bambino nei 40 giorni antecedenti l’inoculo vaccinale in relazione a comparsa di febbre, virosi, patologie esantematiche fruste, somministrazioni anche estemporanee di farmaci a qualunque livello immuno-interferenti quali, ad esempio, steroidi anche in formulazioni topica dermatologica, anche banali patologie, contratte in ambito scolastico o da nido materno”. Una valutazione caso per caso, dunque.

Così, e qui sta la grande novità di questa pronuncia, gli esperti del pubblico ministero concludono la loro relazione con queste parole: “Prima di eseguire le vaccinazioni sembra razionale eseguire alcuni esami ematochimici nei soggetti a rischio e, in particolare, nei bambini piccoli” per “avere qualche elemento in più per capire se sono nella condizione di sopportare lo stress immunitario delle vaccinazioni senza rischi gravi per la salute”. Anche se uno di questi scienziati chiamati dalla magistratura inquirente a fare luce su questa delicata vicenda ha sentito la necessità di dissociarsi dai colleghi e, come riporta il Corriere della Sera, ha voluto aggiungere a livello personale. Si tratta di Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (gli altri due sono medici Aldo Ferrara e Francesca Fusco): “Sugli esami del sangue forse c’è stato un fraintendimento. Non ritengo siano assolutamente necessari e in nessun modo possono predire il rischio di autismo”.

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Commenti:

  1. Siamo ormai nel ridicolo. I Periti del PM di Trani sono più attendibili degli esperti dell’OMS!!! Non esistono esami prevaccinali. Le condizioni cliniche sono attentamente valutate alla nascita ed alle visite pediatriche. Prima della 1a dose vaccinale il piccolo è passato dal Pediatra di Famiglia almeno 3 volte oltre al bilancio di salute del 2-3o mese, e c’è tutto il tempo ed il modo per raccogliere informazioni anamnestiche e fare indagini mirate in caso di dubbi sullo stato di salute. Se qualcuno sente di non ricevere queste attenzioni cambi Pediatra, ma non rincorrete false credenze.

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