Stipendi: la crisi accorcia le distanze tra uomini e donne
Rispetto al resto d’Europa il divario degli stipendi tra uomini e donne sembra ridotto in Italia. Ma è colpa delle crisi che ha abbassato il livello generale.
Rispetto al resto d’Europa il divario degli stipendi tra uomini e donne sembra ridotto in Italia. Ma è colpa delle crisi che ha abbassato il livello generale.
Carichi familiari troppo gravosi, mancato riconoscimento delle competenze, poche possibilità di fare carriera. Per le donne quello lavorativo è ancora un percorso tutto in salita, dove persistono stereotipi di genere, discriminazioni e sono molto frequenti i casi di rinuncia. Lo dice il rapporto Istat
Perché la Rete, se non ve ne siete ancora accorti, pullula di donne libere. Soprattutto, pullula di donne rinate. Insomma, se avesse un colore Internet sarebbe senza dubbio rosa. Se lo chiedete a Linda Serra, fondatrice del nuovo social network Work Wide Women, vi risponderà così: “Internet è il principale mezzo di emancipazione femminile, io ne sono la dimostrazione”.
I nostri figli? Nascono e crescono in un Paese che fa per le loro mamme molto meno di quello dei vicini di casa in Europa.
“Avevo un lavoro ricco di prospettive, un marito, una tata, una macchina aziendale, due mostrini che non vedevo quasi mai…Ora ho un ex lavoro, un ex marito, molte ex tate, una macchina molto zozza, due mostrini con cui sto 7giornisu7 e un blog”. Questa è la storia di Barbara, una donna, come tante, che sognava di fare la manager. E ci era quasi riuscita. Fino a quando non è diventata mamma.
Lo stereotipo delle donne che servono in tavola, secondo il presidente della Camera Laura Boldrini, è un problema culturale per il nostro Paese. Andiamoglielo a dire alle donne costrette a restare a casa dal lavoro perché mancano politiche serie di conciliazione. Sarà mica che il problema dell’Italia è che non si è ancora capito da dove incominciare per inserire le donne nel mondo del lavoro?
Epidurale e cellulare. Allattamento e preventivi via mail. Descrivere Marianna Panebarco come una donna e mamma moderna è il minimo che si possa fare. General manager della Panebarco and C. di Ravenna, l’azienda fondata dal padre fumettista Daniele, alterna le sue giornate tra l’ufficio, le trasferte, i suoi figli Ottavia e Bartolomeo (cinque e un anno) e i compiti istituzionali.
Per poter dire di vivere nel Paradiso delle mamme dobbiamo portare ancora molta ma molta pazienza. L’Italia, infatti, è ben lontana dalla top ten dei Paesi dove le mamme stanno – e scusate se chiamiamo in causa il Grandissimo – da Dio. Prima di noi c’è lo zoccolo duro del Nord Europa, dove si sono allenati talmente bene a far vivere come si deve mamme e bambini che raggiungerli è proprio dura. La consolazione però arriva presto: negli Usa se la passano molto peggio di noi.
Nell’Italia dove la womenomics è ancora uno strano scioglilingua, c’è chi crede che le mamme possano fare impresa. E’ il gruppo Preca Brummel, una tra le più importanti realtà italiane di produzione e distribuzione di abbigliamento per bambini da 0 a 16 anni, che lancia un progetto di franchising dedicato alle mamme.
La politica, secondo molti, non è ‘culturalmente’ in grado di affrontare il tema ‘donne e lavoro’? Eccovi serviti. A un’assessore di Mira, comune del Veneto a maggioranza Movimento Cinque Stelle, hanno tolto le deleghe perché incinta.
Laureata in Fisica con cento dieci e lode, dottorato di ricerca, vari contratti in Italia e all’estero. Ha lavorato in Inghilterra, Stati Uniti, Germania, Svizzera e Israele. Ha viaggiato moltissimo, sperando di poter continuare a lavorare seguendo la sua grande passione: la ricerca su buchi neri e meccanica quantistica. Ma alla fine Serena Fagnocchi ha finito per fare quello che fanno tante donne oggi: di fronte al bivio ha svoltato. E la strada che ha scelto non è quella della ricerca.
Lidia Marongiu ha 40 anni e due figlie di 21 e 16 anni. Titolare dello studio Giaccardi e Associati e amministratore unico della G&M Network, di professione fa il consulente di marketing e comunicazione. Una, insomma, che con numeri e proiezioni ci sa fare. A Lidia Marongiu la parola Womenomics viene fuori che è una bellezza. E un giorno sapete cosa ha fatto? Con l’indagine Fattore D ha alzato il velo sull’imprenditoria femminile in provincia di Ravenna, scoprendo che alla fine dal resto d’Europa non siamo poi così lontani.