“Ciao”
“Ciao”
“Hai letto? C’è anche tuo figlio?”
“No, mio figlio non c’è. Il tuo?”
“No, grazie a Dio. Ma poi, che ne sai…”
“Che vuoi dire…”
“Che nel telefonino magari ce le aveva pure lui e ha cancellato tutto”.
E che ne sai, mamma, di cosa fanno i tuoi figli quando chiudono la porta di casa e vanno via. Soprattutto se hanno dai 15 anni in su, si sentono già grandi, fanno un sacco di cavolate ma tu forse non te lo immagineresti nemmeno quanto grandi. E così in questi giorni sotto gli ombrelloni in spiaggia i genitori di figli adolescenti non parlano d’altro. Dell’inchiesta, anticipata dal Corriere di Romagna, che mette in luce un retroscena strisciante della vita – forse un po’ troppo annoiata – di figli di professionisti e imprenditori della città. Circa 25 minorenni sono stati indagati dalla Procura dei minori di Bologna con l’accusa di produzione, detenzione e immagini pedo pornografiche. Immagini di sesso girate spesso a insaputa della ragazzina di turno e vendute a quattro soldi, inviate per chat sui cellulari. Materiale che i ragazzini ascoltati fino ad ora hanno ammesso di possedere. Di mezzo c’è anche un grande giro di droga tra ragazzini, un filone di inchiesta partito già mesi fa da indagini dei carabinieri di Marina di Ravenna su un 17enne ritenuto al centro di una rete di baby pusher. E’ dall’analisi dei cellulari del diciassettenne che si è arrivati a scoprire tutto il resto, compresa la rete di acquirenti, più di 30 ragazzini segnalati come assuntori. La vendita di droga avveniva sui social e attraverso i cellulari e dal litorale si è estesa a città e forese.
Per contatti info@romagnamamma.it
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