Conciliazione, che chimera. Per trecento donne di Rimini avere un figlio significa perdere il lavoro. Duecento di loro, lo scorso anno, sono state costrette a lasciare scrivanie e computer dopo la nascita dei figli. Cento, invece, sono andate incontro alla risoluzione del rapporto col proprio datore. Una volta rientrate dalla maternità, infatti, demansionamenti o impossibilità di conciliare gli impegni professionali con la vita dei bambini hanno fatto saltare all’aria i contratti in vigore, in certi casi, da molti anni.
La piaga, denunciata dalla consigliera di parità della Provincia di Rimini Carmelina Fierro e raccontata dal quotidiano “Il Corriere di Romagna”, riguarda anche chi è già madre e sta cercando lavoro: spesso, dichiarare di avere dei figli o di volerne durante un colloquio fa sì che venga scongiurata ogni possibilità di assunzione.
Il problema, poi, è esacerbato dal fatto che ad alcuni dei padri che chiedono il congedo, il datore di lavoro dice no. E così il carico familiare va a ricadere, come sempre, sulle spalle delle donne.
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