Quel momento in cui il bambino attaccato al seno smette di mangiare e cede al sonno. Quell’attimo nel quale l’intimità tra madre e figlio diventa un passaggio a un’altra dimensione, dormiente e inconscia. Con la sua macchina fotografica Francesca Cesari ha cercato di catturare l’incatturabile. Le trenta mamme che hanno accettato di regalarle un pizzico di intimità sono le protagoniste, insieme ai loro bebè, della mostra “In the room” che inaugura sabato 19 dicembre alle 17 nella Sala dei Putti del Museo Civico di Palazzo Principi a Correggio.
Francesca, come nasce l’idea di occuparsi di un tema così specifico?
“L’idea è nata per caso. Un’amica, qualche anno fa, mi ha chiesto di ritrarla insieme al suo bimbo di qualche mese, che a un certo punto si è innervosito parecchio. Così mi ha detto di aspettare qualche minuto ed è andata nella cameretta del piccolo per attaccarlo al seno e farlo, così, addormentare. Io, dalla stanza di là, ho sentito che il mugugnare del neonato si è affievolito sempre più, accompagnato da una sorta di ninna nanna della mamma. Mi sono affacciata e ho visto una scena bellissima, che è stata come una rivelazione: quel rito intimo, quell’abbandonarsi del corpo mi ha colpita talmente tanto che ho deciso di farne il leitmotiv di un nuovo progetto”.
Lei è anche mamma. La sua esperienza di allattamento l’ha in qualche modo influenzata?
“Mio figlio ha dieci anni, l’ho allattato fino ai nove mesi. Per me è stata un’esperienza positiva ma allo stesso tempo ho vissuto con un senso di liberazione il passaggio alle pappe, pur avendo avvertito tanta pienezza e benessere, nei mesi precedenti, nell’attaccare il bambino al seno, nutrirlo e farlo stare bene. Ma non sono stata e non sono nemmeno ora un’estremista dell’allattamento: non difendo la scelta di allattare a oltranza e non credo che sia necessariamente la cosa migliore al mondo per il proprio bambino. Tutto è soggettivo”.
La diversità delle mamme e le sfaccettature del vivere l’allattamento sono un tema che le interessava trattare?
“Sì, ho deciso di sospendere del tutto il giudizio su quello che vedevo e ritraevo. Ho fotografato mamme felici, mamme stressate e affaticate, mamme dolcissime, mamme che allatterebbero tutta la vita. Ho cercato di avere grande rispetto per la storia di ognuna e ho provato a evitare di dare un’immagine univoca della maternità: non volevo che emergesse un racconto sdolcinato, né tantomeno che si mettesse in evidenza il baby blues. Ho chiesto grande naturalezza, espressioni del viso neutrali e mai forzate, ho lavorato direttamente nelle case, tra stendini, pannolini, sughi da girare”.
Qual è l’aspetto che più di altri è contenta di essere riuscita a catturare?
“La sensazione di grande potenza che mi hanno trasmesso le mamme e che, forse, deriva proprio dalla capacità di poter generare. Un aspetto del femminile pazzesco”.
La mostra è stata curata da Andreina Pezzi
Apertura fino al 16 gennaio
Sala dei Putti, Palazzo dei Principi
corso Cavour, Correggio (RE)
info: tel. 0522 691806
museo@comune.correggio.re.it
www.museoilcorreggio.org
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