Genitori, fermi tutti. Cinque minuti di sosta dal tran tran di ogni giorno e poniamoci un quesito: sui gruppi WhatsApp di classe non staremo sbagliando tutto?
La domanda è quasi d’obbligo dopo l’ennesimo invito degli insegnati di diverse scuole a mettere da parte i gruppi e concentrarsi di più sulla necessità di responsabilizzare i bambini. Perché è tutto qui il punto: i nostri figli si stanno crogiolando un po’ troppo sul fatto che tanto se non ascolto, non segno bene i compiti, non sento in classe che cosa hanno detto gli insegnanti poi c’è il gruppo WhatsApp: un messaggio e mamma o papà recuperano tutto.
Ci sono classi (ci hanno spiegato alcuni genitori) dove la richiesta compiti nel gruppo è stata vietata. O, meglio, gli insegnanti hanno chiesto ai genitori di non farlo più. In altri casi più che un divieto è un invito ai genitori a riflettere sull’urgenza di responsabilizzare i bambini. C’è anche chi sta pensando di assegnare i compiti verbalmente pur di dare agli alunni la consapevolezza che solo se sono attenti sono in grado di trasferire a casa quello che hanno imparato a scuola.
Personalmente ho mandato mia figlia a scuola con una pagina dei compiti in bianco perché non aveva capito (ascoltato?) bene l’insegnante in classe. Nulla di sconvolgente. Il giorno dopo ha chiesto, verificato, recuperato.
I gruppi WhatsApp sono utilissimi in tante occasioni. Ma vanno forse depotenziati un po’. Altrimenti diventeranno l’ennesimo modo per fare da scudo ai nostri figli. Dobbiamo per forza avere figli sempre all’altezza? Non sarà il caso di lasciarli sbagliare ogni tanto?
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Commenti:
Il problema sta nel fatto che è ancora un mezzo di comunicazione acerbo e la maggiorparte dei genitori non lo padroneggia a dovere. Prima c’era comunque il telefono e se il bimbo o ragazzino non aveva segnato i compiti o era stato assente la mamma chiamava un’altra mamma per farsi dare i compiti. Come sempre il problema non è il mezzo, che a mio parere va benissimo, ma la capacità di usarlo a dovere.
Il problema non è il mezzo a mio parere, ma chi lo utilizza per come lo utilizza. E non è un gioco di parole. Come genitore è toccato pure a me fare parte del gruppo WA, ma il 95% di ciò che viene scritto è puro e semplice “chattare”. A mio parere occorrerebbe scrivere e rispondere solo a questioni sollevate dal o dai rappresentante/i di classe, che con questo mezzo può raggiungere tutti gli utenti/genitori nel modo più veloce ed efficace, ottenendo nel contempo il feed back più immediato. Punto.
Il resto è, come si scrive giustamente nell’articolo, nella capacità di ognuno di noi di responsabilizzare i nostri figli. Mi chiedo: ma quando io frequentavo le elementari negli anni ’70 c’era una tale rigidità che mai al mondo mi sarei sognata di non ascoltare bene i compiti assegnati dalla maestra. Non solo avrei preso una nota il giorno dopo, ma avrei dovuto fare i conti anche con la mia mamma, che forse era più severa della maestra.
E come mi sono responsabilizzata, credete!
Genitori, come insegna un famoso aforisma orientale, dobbiamo fornire ai nostri figli non i pesci, e magari pure i più belli e puliti, ma la canna con l’amo e a loro sta mettere l’esca giusta per addescare i migliori e pulirseli, e magari anche meglio di come abbiamo fatto noi.
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