Clamoroso caso a Cattolica: venivano fatte pagare indagini che poi, diceva, sarebbero state utili nel processo. Arrestata una donna di 35 anni
Secondo la procura truffava donne vittime di abusi e intascava sldi chiesti ad amministrazione i locali a titolo di rimborsi o finanziamenti per progetti di aiuto sociale e psicologico per minori. Protagonista della vicenda una donna 35enne, arrestata questa mattina dai carabinieri di Riccione. Secondo le indagini, condotta dal pm Davide Ercolani, la donna si sarebbe proposta anche come investigatore privato. Le sue vittime principalmente donne abusate o maltrattate con figli minori. Una di queste nel 2017 l’aveva denunciata raccontando di essersi trovata di fronte a una richiesta di denaro in cambio di servizi di investigazione.
Approfittando del suo ruolo la donna conviceva le persone maltrattate a sottoscrivere servizi a pagamento. Oltre all’investazione anche il collocamento di microscopie o backup dei telefonini che – raccontava – sarebbero serviti ad incastrare gli uomini responsabili delle violenze. L’associazione aveva sede a Cattolica ma poi la 35enne aveva cessato di sua iniziativa l’attività. La donna è difesa dall’avvocato Alessandro Sarti. Due le condotte estorsive imputatole: una consumata ed una tentate.
Il sindaco di Cattolica Mariano Gennari parla di una vicenda incredibile e che ci lascia sorpresi”. A Cattolica l’associazione aveva aperto una casa rifugio per le donne vittime di violenza, affidato alla donna proprio dal Comune: “Tutto è partito – ricostruisce Gennari – con un bando uscito nel 2015, prima della mia amministrazione, per l’affidamento della casa rifugio del distretto sud. Cattolica era a capofila dei comuni perchè, la struttura, ricadeva nel nostro territorio”. In quella occasione, tuttavia, il bando andò deserto e, quindi, la casa rifugio venne assegnata con un affidamento diretto alla donna. Continua il sindaco: “Nel 2017, durante il nostro mandato, venne fatto un altro bando che venne vinto da un’altra associazione”.
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